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28 gennaio 2022
Ogni giorno recitiamo preghiere, magari apprese da bambini e le ripetiamo con grande fede, ma magari senza riflettere sulla potenza delle parole che usiamo.
Con questa serie di articoli cercheremo di riflettere sulle frasi più belle dei nostri momenti di dialogo con Dio . Partiamo dal Padre Nostro.
Il Padre Nostro è una delle prime preghiere che si imparano da bambini, ma è anche una delle più importanti per diversi motivi.
1. Perché ce l'ha insegnata Gesù stesso e se ne fa riferimento sia nel Vangelo di Matteo che in quello di Luca 2. Perché Gesù stesso rivoluziona il modo di rivolgersi a Dio, considerandoLo non più una forza estranea, ma un Padre che ci ama e sostiene anche attraverso le prove che ci invia.
Le parole del Padre Nostro non possono perciò che essere altrettanto rivoluzionarie.
Già quando diciamo "Padre Nostro" stiamo verbalizzando un grande concetto di fede.
Che Dio è padre di tutti, indipendentemente anche dal loro credo e che tutti siamo fratelli tra noi e con Gesù. Dio quindi è vicinissimo a noi anche se è nei cieli ovvero in una posizione infinitamente superiore all'uomo.
"Sia santificato il tuo nome " è un'altra espressione a cui non sempre prestiamo attenzione. Con essa ci impegnamo a conoscere e far conoscere il nome e l'amore di Dio.
E proprio perché Dio è Padre e agisce per il nostro bene, per far parte dell'avvento del suo regno è indispensabile accettare la sua volontà anche quando non collima con i nostri desideri e affidarsi a Lui come figli, come fece Gesù sulla croce.
"Dacci oggi il nostro pane quotidiano" può sembrare una richiesta egoistica, ma non si intende semplicemente "dacci quello che ci occorre". L'accento va posto su quel "nostro " in cui si chiede a Dio di darlo a tutti noi, soprattutto ai più bisognosi , e sul concetto di "pane" che sottintende quello di cui si ha più bisogno e che Lui da Padre sa. Non solo però. Con questa esortazione si intende anche la richiesta della capacità di capire cosa sia l'essenziale sia per il corpo che per lo spirito.
"Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori" è una frase molto più impegnativa di quello che sembra con cui chiediamo a Dio si di perdonarci , ma di farlo nella misura in cui noi siamo capaci di perdonare gli altri. Ecco che diventa così una richiesta di discernimento della capacità di perdono.
E arriviamo alla frase più controversa :
"Non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. "
Il finale del Padre Nostro apre 2 domande.
1. Il Signore ci tenta? Ma non era Satana a farlo ?
2. E se la tentazione fosse intesa nel senso di "prova" : non sono forse le prove a farci crescere? Quindi perché il Signore dovrebbe eliminarle se pochi versetti prima abbiamo detto "sia fatta la tua volontà"?
Ecco questa frase in realtà è più un'invocazione a non abbandonarci nelle tentazioni e ad aiutarci a riconoscere quella Sua volontà a cui chinare il capo proprio come fece Gesù nell'orto del Getsemani
"Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!"
Matteo 26-39,42
Proprio per questo la nuova versione del padre Nostro entrata in vigore nel 2020 preferisce la frase e non abbandonarci alla tentazione!
Ecco allora che quell'Amen finale , quel "così é" chiude una preghiera densissima di significato.
Noi di DESTA speriamo di aver portato una piccola riflessione che ci aiuti a sentirci tutti un po' più figli e un po' più vicini.