Manca poco al viaggio di Papa Francesco in Marocco. Alla fine del mese di marzo, Sua Santità arriverà nel Paese nordafricano in vista di due importanti anniversari: gli ottocento anni della presenza francescana nel Paese e il 34esimo anniversario della visita di San Giovanni Paolo II.
«Il cuore mi dice che la visita di Papa Francesco in Marocco lascerà nei nostri occhi la gioia di guardarci come fratelli, nei nostri cuori un impegno nei confronti di questi fratelli e di questa terra, nelle nostre mani un progetto di solidarietà con i poveri, nel nostro spirito la passione di Dio per le sue creature», con queste parole Mons. Santiago Agrelo Martinez, Arcivescovo di Tangeri, ha introdotto ai suoi fedeli la visita di Papa Francesco, sottolineando così quanto questa sia attesa nell’intero mondo cattolico nordafricano.
Il viaggio di Papa Francesco in Marocco arriva mentre il tema delle migrazioni è più che attuale. Ad introdurlo è stato lo stesso Mons. Martinez nella lettera ai cattolici marocchini: «Abbandonati al loro destino, consegnati nelle mani criminali delle mafie dalle politiche criminali dei governi, impossibilitati ad esercitare i loro diritti fondamentali, trattati come schiavi, portati avanti e indietro come una merce, spinti a negoziare con la morte ciò che dovrebbe offrire loro in giustizia, questi emigranti hanno bisogno che la parola del Papa venga rivolta a loro per confortarli, per mantenere viva la loro fede, per rafforzare la loro speranza. Hanno bisogno anche che quella parola si rivolga alla coscienza del popolo, ricordi la responsabilità che nel dramma dell’emigrazione ha la politica di ogni nazione, e l’ancora maggiore responsabilità, se possibile, che in materia di formazione della coscienza e di presa di decisioni politiche hanno le comunità cristiane nei paesi di origine, nelle Chiese lungo il cammino, nei paesi di destinazione».
Proprio l’impegno sui migranti e sulle fasce più deboli del Paese, è il cuore del “dossier” sullo stato di salute della Chiesa cattolica marocchina che la stessa ha presentato alla stampa nei giorni scorsi. Nelle venti pagine diffuse ai media, grande spazio è dedicato al sostegno i detenuti cattolici, al centro di formazione femminile a Mohammedia, e all’educazione, che ha nel centro Sant’Antonio a Meknes il suo fiore all’occhiello. Il dossier cita anche i Francescani Missionari di Maria a Nador che sostengono i migranti, e la compagnia missionaria del Sacro Cuore di Gesù a Taza che ha un centro d’accoglienza per persone portatori di handicap e infine e Salesiani che a Kenitra gestiscono le scuole cattoliche e due centri di formazione.
Gli impegni del Santo Padre inizieranno alle 10:30 del prossimo 30 marzo con un appuntamento nella Cattedrale di San Pietro assieme a 400 tra preti, religiosi e religiose provenienti da tutto il Marocco. Tra questi, anche rappresentanti ortodossi, anglicani e protestanti del Consiglio ecumenico della Chiesa e gli studenti dell’Istituto ecumenico Mowafaqa.
A seguire, alle 14:45, il Palazzetto dello Sport Moulay Abdellah sarà gremito per la Santa Messa che il Papa celebrerà in spagnolo, accompagnato da un coro di 500 giovani africani. Le letture e il Vangelo saranno proclamati in inglese, arabo e francese: per la IV domenica di Quaresima, il brano sarà quello del Figliol Prodigo, tema che da sempre è punto d’incontro tra cristiani, ebrei e musulmani.